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Come evolve il carattere degli eroi e dei super eroi dei fumetti?

Come evolve il carattere degli eroi e dei super eroi dei fumetti?

Pubblicato da in data 24 Ago 2015 in Divertimento

La lettura delle caratteristiche dei personaggi dei fumetti ci può insegnare molte cose sulla cultura popolare negli Usa e di conseguenza un po’ di tutto il mondo, vista la rilevanza che ha l’America sul resto del pianeta.

Gli anni 30 sono come è noto gli anni della Grande Depressione, ma anche quelli di Roosevelt, delle riforme del New Deal, della lotta alla povertà. Sono anni in cui servono eroi, integerrimi e coraggiosi, capaci di contrastare il crimine e i cattivi in senso lato. È l’epoca degli eroi roosveltiani, cioè, di quei personaggi che possono mettersi dalla parte della giustizia e della moralità. Il più roosveltiano di tutti è Topolino, che grazie a intelligenza coraggio e onestà combatte non solo i delinquenti tradizionali come Gambadilegno, ma anche i corrotti che inquinano la purezza della società americana. E come Topolino ci sono i Mandrake, i Phantom, i Gordon, che su scenari diversi (dalle città americane, alla jungla africane, ai pianeti lontani e improbabili) combattono il crimine con le stesse caratteristiche, tutti onesti, belli coraggiosi.

Negli anni 40 gli eroi non bastano più: il nemico è prima il nazismo, e poi il comunismo, sistemi totalitari e feroci, non semplici bande di criminali. Ecco la nascita dei supereroi, che hanno superpoteri capaci di sgominare le più terribili e inquietanti minacce. Il primo è Superman, orfano che arriva da un altro mondo, primo eroe del fumetto a non avere i caratteri dell’americano anglosassone: Superman è bruno, non proprio longilineo, è un eroe che arriva da un mondo lontano, possiamo dire che è un italiano, o un ebreo, rappresentante della nuova ondata di immigrazione. Ed è un supereroe, capace con i suoi superpoteri di vincere le superpaure degli americani alle prese prima con il nazismo e poi con il comunismo.

Arrivano poi gli anni 60, gli anni dell’inquietudine. Ci sono ancora supereroi, ma non sono più riconosciuti come miti, amati dalle folle, imitati e invidiati. Spiderman è l’eroe sfigato, chiamato quando c’è bisogno di lui, ma temuto perché i suoi poteri sono segno di diversità e la diversità fa paura.